Monthly Archives: gennaio 2015

RAPTUS PROSERPINAE

PERCORSO ED EVENTO ARTISTICO SVILUPPATO ALL’ORTO BOTANICO DI PADOVA, SITO U.N.E.S.C.O.

RAPTUS PROSERPINAE – LA FUGA
Vernissage 01.07.2012 | Finissage 07.10.2012

Raptus Proserpinae è un progetto che si è sviluppato in quattro tappe: Vernissage 01.07.2012, Finissage 30.09.2012, La Fuga Vernissage 30.09.2012, Finissage 07.10.2012 e che appartiene a quella parte dell’arte contemporanea rivolta all’ambito sociale, territoriale ed ambientale, alla riflessione, impegno, azione, comunicazione di ideali, proposte nuove ed educative.
Traendo ispirazione dall’antico mito, si narra che Kore, rapita dal Dio degli Inferi e fatta sua sposa, diviene Persefone, regina degli inferi. In base al suo ritorno sulla terra di sei mesi in sei mesi, concordato con Plutone per volontà della Madre Cerere, si menifesterà per sempre il ciclo delle stagioni.

Ma una nuova stagione si sta facendo avanti, quella della distruzione del paesaggio. Il rapimento di Proserpina è l’incipit di un percorso che vede una trasformazione naturalistica e paesaggistica in un continuo degradare. Il mito di Proserpina all’Orto Botanico, è interpretato nei quattro momenti del ciclo delle stagioni, dal rapimento che rappresenta l’autunno e l’inverno, attraverso il ricamo del lago del Pergusa, luogo citato nel famoso Mito, dalle parole ricamate che lo accompagnano intrecciate a parole tratte da interviste fatte ad amministratori del luogo in campo paesaggistico, culturale ed ecologico, alla modellazione in argilla di elementi naturali, quali figure antropomorfe che appaiono dalle cortecce degli alberi, dalle radici, alla rinascita ovvero la primavera e l’estate che sbocciano direttamente dagli alberi e dalle fontane sotto forma di sculture modellate in argilla, disegni in strutture elettrosaldate che reinterpretano i chicchi di melograno che Proserpina non ha mangiato e che quindi sono speranza di vita nuova.

Il lavoro è site specific, disegnato e pensato proprio per quel luogo. Il territorio ed i luoghi divengono trama di una tela contemporanea, i ricami, come quello che FTF fa della mappa cinquecentesca dell’Ortus Cintus di Padova, sono mappe di percorsi fisici e mentali di una storia che inizia dal luogo del rapimento, ovvero il Lago di Pergusa, il cuore della Magna Grecia per intrecciarsi e modellarsi tra le mani di Elena Candeo nello scrigno di bellezze naturali dell’Orto Botanico di Padova dedicato alla ciclicità delle stagioni. La modellazione di figure effimere, la struttura elettrosaldata che si fa segno ed il ricamo su tarlatana trasparente di mappe e parole, evidenziano la pregnanza e la poesia di ciò che identifica un luogo. Un luogo geopoetico.
Hanno collaborato i musicisti: il maestro Sergio Balestracci, Carolina Manfredi, Elisabetta Zicchina, Alice Gambera, Kodiana Lushka, che hanno interpretato con brani classici, variazioni sul mito.

LA FUGA 30.09.2012 | 07.10.2012
Finissage dell’esposizione Raptus Proserpinae e vernissage di inizio del percorso itinerante per la Città

Nella piattaforma ideale, oltre al tempo e allo spazio, dell’Orto Botanico, scrigno di bellezza contesa tra storia e meraviglie naturali, la natura ha rivelato ed hanno avuto riverbero racconti antichi e vivi, attraverso i ricami di mappe e parole di Federica Tavian Ferrighi, corpi segreti, grazie alle modellazioni di elementi naturali di Elena Candeo, il palpito vitale, amplificato da Giulio Escalona e Paolo Calzavara, i respiri sensuali, svelati da Manuel Cecchinato. Il tutto è stato un invito ad un costante attraversamento del ponte ideale tra se stessi e il paesaggio naturale: la bellezza.

Il 30 settembre è stata anche la data della premiazione del concorso fotografico, declinazione del progetto, sul tema “Lo scempio nella natura”, indetto da FTF ed Elena Candeo sponsorizzato e curato da RCE foto. Il 30 settembre è anche stato l’ inizio di un percorso di immagini e suoni attraverso i luoghi di antica bellezza della città di Padova.
Nelle sere dal 1 al 5 ottobre, cinque porte diverse della cinta muraria di Padova sono diventate schermi architettonici su cui si è proiettata la fuga geopoetica di una creatura, traboccata dalla corteccia di un albero dell’Orto Botanico per esplorare la cinta muraria cittadina e i suoi spazi verdi. Il suo passaggio è stato ricamato e proiettato sulle antiche porte, passo dopo passo, punto dopo punto, disegnando la mappa della città. Un percorso fatto di musica e immagini video per evidenziare la bellezza urbana allo sguardo dei cittadini. Le installazioni sono state curate da Elena Candeo e Federica Tavian Ferrighi.

EVENTO FINALE
Bastione Alicorno | 7.10.2012

Sulla traccia che durante l’estate ha ridisegnato le mura di cinta dell’Orto Botanico e della città di Padova, attraverso le armonie e gli scempi del patrimonio naturalistico, il percorso giunge a conclusione nel ventre atemporale del Bastione Alicorno, divenuto luogo di incontro e dibattito di relatori che si occupano di verde, geografia, ecologia, cultura, arte, archeologia, paesaggio, agricoltura, della tutela del patrimonio naturalistico e culturale del territorio padovano, nazionale ed internazionale e che si sono confrontati in un dibattito pubblico sul tema:
RAPTUS PROSERPINAE” che cosa è stato rapito al paesaggio Padovano, Italiano, Mondiale? l’esempio di Cerere, nel famoso mito del Rapimento di Proserpina, è radicale ed efficace al fine di raggiungere un compromesso equo.

Quali sono oggi le azioni davvero efficaci? qual è l’azione educativa, imprenditoriale, culturale, gastronomica, energetica, politica, artistica che riesce ad entusiasmare il pensiero collettivo e lo faccia sentir parte di un divenire ispirato dalla bellezza che divampi trasversalmente tra tutti i settori? Se il compromesso che Cerere ha raggiunto ha portato con l’inverno ad una stagione non fiorita ma necessaria per il riposo dei terreni e la rigenerazione degli stessi,  ed a sfruttare le capacità di organizzazione dell’uomo affinchè quel periodo potesse essere gestito fruttuosamente, come possiamo ridisegnare oggi mappe mentali e fisiche che non siano un ricalcare o un rinchiudere aree o un dare in pasto territori mascherati da progetti innovativi mentre l’inverno dei fatti della realtà, evidenzia il contrario?

6 chicchi buoni | FTF

Immagine 1 di 7

Struttura metallica rossa elettrosaldata, 6x6m

sono intervenuti sui seguenti ambiti i relatori:

PAESAGGIO E GEOGRAFIA DI UN TERRITORIO
Dott.Giorgio Andrian, esperto siti UNESCO
PAESAGGIO URBANO Dott.Roberto Masier Presidente AIEU e dott.Gabriele Righetto (associazione Italiana Ecologisti Umani)
VERDE CITTADINAO, EDUCAZIONE AL VERDE ED AL PAESAGGIO  Assessore al verde del Comune di Padova Dott. Andrea Micalizzi
ETICA ED APPROCIO NEI CONFRONTI DEL PAESAGGIO dott. Carlo Camarotto, agronomo e forestale
ARCHEOLOGIA DI UN PAESAGGIO Dott. Kilan Cuerda, ricercatore presso le Università di Padova e Valencia.
ACQUA PUBBLICA Giulia Gabrielli, progetto sociale/artistico/educativo/culturale  sulla mappatura e valorizzazione delle risorse idriche pubbliche per il fruitore della città.

A seguito della conferenza installazioni audiovisive hanno interpretato i temi trattati, compiendo il primo passo verso la fruizione della bellezza ritrovata.
Installazioni a cura di: FTF, Elena Candeo

Installazioni Elena Candeo

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Installazione: La fuga

Il percorso sonoro di Manuel Cecchinato è nato dalla registrazione della voce delle fontane dell’Orto Botanico, come il canto della terra che sgorgando da profondità ancestrali attraversa corde vocali di condotti idrici prodotti dall’uomo. Il suono naturale manipolato e ricomposto, restituisce a chi ascolta una costellazione di risonanze che sintetizzano l’armonia ideale tra la natura e l’operato umano.

Giulio Escalona e Paolo Calzavara hanno proposto il loro lavoro, quello di due artigiani del suono, che accompagna l’ascoltatore nell’esplorare i dettagli sonori che l’orto botanico offre.
Suoni cupi e taglienti, ispirati alle atmosfere invernali, hanno lasciato contemplare, con il loro naturale svolgersi, il cambiamento verso forme sonore dilatate ed avvolgenti che ne segnano una trasformazione e non una conclusione.

Elisabetta Zicchina, Alice Gambera, Kodiana Lushka, musiciste professioniste che hanno interpretato il tema selezionando brani classici e impostando variazioni sul mito. Valentina De Lello e Giulia Valeri hanno danzato e interpretato la rinascita della natura da una proiezione Occhio di Kore ad una Ramificazione pittorica sul luogo.

Hanno collaborato le Associazioni che operano sul territorio:
Artemisia: associazione culturale che si occupa della divulgazione delle discipline artistiche nella città di Padova.
Let’s: Associazione culturale che si occupa di diffondere l’educazione musicale tra i bambini ed i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Sign on Art: Associazione culturale, eventi d’arte.


MOVING HERITAGE

Moving Heritage” performance artistica site specific, Palazzo della Ragione Padova.

apertura-salone

Sullo sfondo dell’interno del magnifico Palazzo della Ragione, gli occhi si riempiono di meraviglia alla vista del maestoso cavallo ligneo, (copia in scala maggiore del cavallo di Donatello) che domina il salone medievale. Il cavallo, splendido animale che più di qualsiasi altro, è stato il compagno ed il mezzo prezioso per l’evoluzione dell’uomo, diviene il protagonista della scena. Insieme, uomo e cavallo hanno affrontato viaggi , geografie e lavoro, hanno tracciato scoperte e vie commerciali, hanno creato territorio e cultura: questo heritage inestimabile ha affrescato quella linea spazio-temporale che, come un cielo stellato di Giotto, ha segnato la storia del mondo.

Ai lati del cavallo due retroproiezioni video accompagnano il suono di zoccoli al passo: la sala risuona così di un ritmo che, unendosi al gesto e alla pittura proiettati diventa geografia. Una carrellata di immagini di diversi siti Unesco si fonde in una danza live che ne descrive il viaggio.

Il ritmo incalzante diviene galoppo, spazio e tempo percorrono la storia di più di mille terre, siti, cibi, destinazioni, miglia… tracciando una linea ideale che percorre tutto il salone fino alla grande porta di uscita, soglia tra onirico e quotidianità. Il suono sfuma sul rombo metallico dei cavalli di un’automobile che, fuori, nella piazza, segna nuovi tempi, modi e vie…

 

 Installazione Video-performance presentata durante l’Expo, da un progetto di FTF Elena Candeo, performance danzata di Elisabetta Cortella, performance Pittorica di Elena Candeo, riprese e montaggio FTF e Maddalena Quaggia

Moving Heritage

EL ALBUM JAPONES

http://www.yolandaochando.com/presentaciones/

Pensato come un album di schizzi-studio su un’area specifica abbandonata, diviene parte dell’opera: “Il giardino proibito”.

Traendo ispirazione dallo stesso supporto dell’opera, ho voluto tracciare un parallelo tra la cultura orientale e quella occidentale sul tema mitico del giardino come simbolo di vita ed equilibrio e ricondurlo ad un progetto dedicato ad un problema contemporaneo.
Nelle due culture il giardino ha il valore di perfezione ed equilibrio. I giardini giapponesi hanno le loro radici nella religione dello shintoismo giapponese, con la storia della creazione di otto isole perfette, e degli Shinchi, i laghi degli dei. Preistorici santuari shintoisti per i kami, gli dei e gli spiriti, si trovano sulle spiagge e nelle foreste in tutta l’isola.  A volte hanno preso l’insolita forma di rocce o alberi, che sono stati contrassegnati con corde di fibra di riso, e circondati da pietre o ciottoli bianchi, simbolo di purezza. Il cortile di ghiaia bianca è diventato un tratto distintivo dei santuari shintoisti, palazzi imperiali, templi buddisti e giardini zen.

Lo stesso è per il giardino dell’Eden, descritto in Genesi, capitoli 2 e 3. Il Signore creò il Giardino specialmente per Adamo, il primo uomo, che Dio aveva formato. In Genesi 2:8-9 leggiamo: “E l’Eterno Iddio piantò un giardino in Eden, in oriente, e quivi pose l’uomo che aveva formato. E l’Eterno Iddio fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e il cui frutto era buono da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male”.  Alcuni credono che il Giardino fosse in cima ad una montagna oppure nei pressi di uno sbocco per sorgenti d’acqua fresca, perché leggiamo: “un fiume usciva d’Eden per adacquare il giardino, e di là si spartiva in quattro bracci.” (Genesi 2:10)

Dunque il Giardino dell’Eden era perfetto. Offriva sia bellezza che sostentamento, offrendo la casa ad ogni albero. “Quello è piacevole da vedere e buona da mangiare” ed una risorsa di acqua fresca da bere. Per quanto riguarda l’uomo, Dio: “lo pose nel giardino d’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.” (Genesi 2:15)
Fu proibito per la disobbedienza dell’uomo, che mangiò dell’albero della vita e della conoscenza.

E di fatto l’uomo poco si cura del paesaggio e spesso lo distrugge, distruggendo la vita e la conoscenza stessa.
Le piante disegnate in questo album sono state selezionate e scelte da due botanici.


Elenco delle piante disegnate:

ammophila arenaria
ciperus capitatus
kochia arenaria
calistegia soldanella
fumana procumbens
lagurus ovatus
dasipirum villosum
lonicera etrusca
quercus ilex
pinus nigra
centaurium erytraea
centaurea tommasini
leucanthemum vulgaris
vinca minor
sanguisorba minor
asparagus officinalis
artemisia caerulenscens
medicago truncatula
allium sphaerocephalon
salicornia veneta
olivello spinoso